sabato 24 marzo 2012

L'origine del nome Naharti

Per scoprire l'origine dell'etnonimo (dal greco ἔθνος éthnos, “tribù”, + ὄνυμα ónyma, “nome”) Naharti, bisogna partire da un ritrovamento avvenuto nel XV secolo, quando vennero scoperte le
cosiddette Tavole Eugubine, ovvero 7 lastre bronzee incise probabilmente nel I sec. a.C. -anche se le prime quattro sono fatte risalire a uno o due secoli precedenti-, che contengono la più nota attestazione della lingua umbra, parzialmente tradotta in caratteri latini, il che permise di
decodificare l'antico idioma parlato dal popolo degli Umbri, etnia che aveva
prosperato in epoca preromana nella regione che in seguito, proprio da questi
suoi arcaici abitanti, avrebbe preso il proprio nome: Umbria.

Gli Umbri, che avevano in Gubbio (Ikuvium in umbro) uno dei loro centri di potere, erano stanziati anche in molti siti limitrofi: in generale si suppone che abbiano fondato la maggior parte delle città che ancora adesso costituiscono alcuni dei centri abitati della regione maggiormente
popolati, nonché ricchi di storia secolare: Amelia (Ameria), Assisi (Asisium), Città di Castello (Tifernum Tiberinum), Foligno (Fulkinion o Fulginium), Gualdo Tadino (Tadinum),
Narni (Narnia), Nocera Umbra (Nuceria), Otricoli (Ocriculum), Spoleto (Spoletium), Terni (Interamna Nahars), Todi (Tular) e diversi altri ancora.
Tuttavia, è proprio dalla lettura delle Tavole Eugubine, dal momento della loro scoperta fortunatamente conservate a Gubbio, ora esposte nel Museo Civico di Palazzo dei Consoli,
si traggono informazioni più dettagliate sulle differenze fra le varie tribù che diedero vita a queste città, altrimenti difficilmente percepibili al giorno d'oggi a causa della scarsità di testimonianze scritte della civiltà umbra e soprattutto di documenti prodotti in loco, se si eccettuano appunto
queste preziosissime tavolette con iscrizioni bilingue.

Gubbio, Museo Civico: particolare di una Tavola Eugubina, III-II sec. a.C.

Dal testo in esse inciso si evincere chiaramente che il popolo dei Naharti era considerato dagli Umbri un loro acerrimo nemico, almeno al pari degli Etruschi, che avevano nella vicina Perugia e anche nella più lontana Orvieto due “capitali” della potentissima confederazione di città-stato che fu la più temuta avversaria di Roma. Insieme a Naharti ed Etruschi venivano annoverate altre due tribù con cui gli Umbri di Gubbio si dichiaravano in guerra: i vicinissimi Tadini (popolazione abitante l’odierna Gualdo Tadino, distante pochi km. da Gubbio) e gli enigmatici Iabusci  (“Iapuzkum Numen”, in umbro), da alcuni identificati con gli Iapigi, popolazione che però risulta stanziata in Puglia,
da riconoscere pertanto verosimilmente con una tribù picena da localizzare forse nel versante appenninico umbro-marchigiano confinante e opposto a quello colonizzato dagli Umbri, quasi certamente di origine illirico-dalmata (la radice “Iap-” identifica infatti diversi popoli emigrati in Italia dalla zona balcanica, come gli Iapigi in Puglia e gli Iapodi in Friuli).

Si presume che i Naharti abitassero lungo il corso del fiume Nera, la cui primitiva etimologia Nahar (in lingua indoeuropea significherebbe “fiume”) costituisce una radice comune a molti toponimi della zona attraversata dall'affluente del Tevere (corrotta in “Nar-” è infatti radice di Nar-ni
e di Val di Nar-co). La radice primigenia “Nahar-” diede luogo anche all'appellativo citato nelle Tavole Eugubine, Naharkum in umbro, Nahartii in latino. Per tale motivo, l’insediamento localizzato dagli scavi archeologici sulla piccola altura corrispondente alla moderna piazza Clai nella parte più
antica del centro storico di Terni, prossima al fiume Nera e dove sorse in seguito una potente colonia romana, potrebbe essere identificato con uno dei maggiori centri abitati -anche se non l'unico- posto sotto l'egemonia dei Naharti.

Non a caso il municipio di età romana che lì ebbe luogo successivamente era conosciuto come Interamna Nahars (o Nahartium), ovvero, trattandosi di nome composto da due sostantivi di cui il secondo con desinenza genitiva che indica il possesso (“s” o “ium”), Interamna dei Naharti.
I Naharti dunque sarebbero stati una tribù nomade che avrebbe scelto come territorio per il proprio insediamento stanziale nella penisola italiana la bassa Valnerina, in un’area oggi compresa perlopiù nell’attuale provincia di Terni, in parte sconfinante in quella di Perugia, assumendo il nome di Naharti (“Naharkum Numen”, riportando l'esatta citazione delle Tavole Eugubine) per via
dell’importanza strategica rivestita per la loro sopravvivenza dal fiume Nera.
Terni, Anfiteatro Fausto, I sec. d.C.

È ancora molto difficile per storici, antropologi e archeologi valutare in maniera compiuta chi fossero costoro, ma è ragionevole pensare che si trattasse di un'etnia distinta sia dagli Umbri sia, ancor di più, dagli Etruschi, e che appartenessero a un diverso substrato indoeuropeo.
Dunque, verosimilmente, un popolo della vasta etnia degli Osci, stirpe di provenienza asiatica di cui fecero parte anche i Sanniti (attestati tra Campania, Abruzzo e Molise), gli Equi (tra Rieti e L’Aquila), i Peligni (Sulmona e altri centri della valle del fiume Aterno), i Vestini (tra
L’Aquila e Pescara), gli Ernici (in centri della Ciociaria come Artena, Anagni, Alatri), i Marsi (nella zona del Fucino, in Abruzzo), i Volsci (la zona a sud di Roma tra Velletri e Anzio), i Sabini (nel Reatino e nell’alta Valnerina fino a Norcia, assorbiti però prestissimo dai Romani, che appartengono a un altro ceppo linguistico, quello latino-falisco) e i Piceni (nelle Marche, accomunati linguisticamente ai precedenti, ma che tuttavia subirono notoriamente una forte influenza delle popolazioni provenienti dall’area balcanico-danubiana e in una seconda fase una forte contaminazione etrusca).

In definitiva, i Naharti furono parte di una famiglia etnica che si può localizzare approssimativamente come diffusa nell’Italia centro-meridionale tra le attuali regioni Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, e
ne rappresentarono, almeno così sembra, una delle estreme avanguardie a nord insieme ai Sabini.  Purtroppo, non possedendo attestazioni scritte della lingua parlata dai Naharti non è possibile sapere di più sulle loro origini. D’altronde sotto altri aspetti (si fa riferimento ai numerosi rinvenimenti di
suppellettili e di corredi funerari nell'area di Terni e del ternano, specchio del grado avanzato della cultura materiale raggiunta dai Naharti) si riscontrano pure notevoli affinità con gli Umbri. Non sarà dunque un caso, in conclusione, se le conoscenze dei giorni nostri hanno portato molti studiosi
protostorici a rivedere le pregresse teorie sull'origine e sulla provenienza dei popoli italici, e tendono adesso a considerare gli Umbri e gli Osci come un insieme di tribù di comune radice etnica.



Link consigliati:

Tavole Eugubine
http://it.wikipedia.org/wiki/Tavole_eugubine
Umbri
http://it.wikipedia.org/wiki/Umbri
Storia dell'Umbria
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell
Etimologia di Nahar
http://www.narnia.it/nahar.htm
Storia di Terni
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Terni
Fiume Nera
http://utenti.multimania.it/valnerina01/nera.htm
Popoli Osco-Umbri
http://it.wikipedia.org/wiki/Osco-umbri

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